Cosa (clinica)
COSA
Il CSPPNI realizza interventi che possono essere declinati in tre ambiti prevalenti:
- ambito clinico: intervento diagnostico-riabilitativo, consulenza e monitoraggio neuropsichiatrico, sostegno psicologico, psicoterapia, psicomotricità e logopedia
- ambito della ricerca e formazione: Scuola Triennale di Psicomotricità, Master di Specializzazione in Terapia psicomotoria per TNPEE e psicomotricisti, seminari e corsi, produzione di articoli, pubblicazioni, divulgazione di test evolutivi
- ambito benessere: spazio di sostegno alla genitorialità, percorsi di consapevolezza alla genitorialità, gruppi psicoeducativi a tema (regolazione delle emozioni, efficacia interpersonale, etc), gruppi esperienziali (psico-corporei, movimento creativo ed espressione corporea, teatro sociale), gruppi mindfulness, incontri su tematiche specifiche.
Ricerca e formazione
Il CSPPNI, Centro Studi di Psicomotricità e Psicoterapia Infantile, è stato fondato nel 1972 dal Prof. Roberto Carlo Russo con l’obiettivo di formare operatori specializzati a promuovere le competenze e le potenzialità espressive del bambino[F2] e ad affrontare le problematiche evolutive, monitorando la pluralità di fattori che interagiscono nel processo di acquisizione di autonomia e che influenzano le modalità di relazione nell’ambito familiare e sociale.
Il CSPPNI realizza le seguenti attività:
- Scuola triennale di Psicomotricità
- Master di Specializzazione in Terapia psicomotoria per TNPEE e psicomotricisti
- corsi di formazione e seminari in psicomotricità e psicoterapia infantile
- attività di aggiornamento a operatori socio-sanitari
- attività di formazione continua in ambito scolastico per il personale docente ed educativo
- incontri divulgativi[F3] sull’evoluzione neuromotoria e psicomotoria del bambino
- attività di ricerca scientifica
- attività di consulenza
- promozione di incontri interdisciplinari con finalità di ricerca scientifica e di scambio tra professionisti [F4]
- produzione di articoli scientifici e pubblicazioni
- produzione e divulgazione di test evolutivi.
Scuola triennale di Psicomotricità[F5]
La Scuola triennale di Psicomotricità nasce, accanto al CSPPNI, nel 1972: è la prima scuola di formazione per psicomotricisti in Italia.
L’intervento psicomotorio agisce sulla globalità dell’essere bambino nel rispetto della sua storia, della sua personalità e delle sue potenzialità in relazione con l’ambiente familiare e sociale e si realizza in attività ludiche di libera espressività corporea, agite e vissute con l’operatore per attivare un progressivo approfondimento della conoscenza del sé e delle sue possibilità di evolversi e realizzarsi attraverso le proprie competenze motorie, simboliche, cognitive e relazionali. Negli anni, la psicomotricità diviene una proposta adeguata per tutte le età e le situazioni nelle quali l’individuo necessiti il miglioramento della conoscenza di sé nel rispetto delle proprie potenzialità e caratteristiche personali (bambini, anziani e disabili).
Il percorso formativo si focalizza sulla conoscenza pratica nell’organizzazione dell’evoluzione del bambino, dei disturbi dello sviluppo, delle problematiche relazionali, dell’interazione bambino-ambiente, del rapporto psicomotricista-bambino e delle basi fondamentali per la conduzione delle attività psicomotorie.
L’approccio della Scuola ritiene indispensabile una collaborazione con il neuropsichiatra infantile, lo psicologo, il pediatra, lo psichiatra, il gerontologo, il sociologo, il logopedista, il pedagogista e le figure dei referenti scolastici. Fondamentale sarà il supporto alle figure parentali.
Agli insegnamenti teorico-pratici, realizzati in confronto dinamico con l’obiettivo di stimolare gli allievi ad acquisire uno sguardo critico costruttivo, viene affiancata una formazione personale attraverso laboratori esperienziali di vissuti ed espressioni corporee, che hanno lo scopo di migliorare la conoscenza di sé stessi nella relazione con l’altro.
La Scuola triennale di Psicomotricità è accreditata dalla F.I.Sc.O.P. (Federazione Italiana di Scuole e Operatori della Psicomotricità) https://www.fiscop.it/ come formazione triennale di base. Al termine della triennalità, gli operatori potranno iscriversi al Registro F.I.Sc.O.P. Autoregolamentato attraverso un esame di ammissione.
Programma
Il monte ore è diviso ogni anno in tre aree.
1. Insegnamenti teorico-pratici
2. Formazione esperienziale
3. Tirocinio
In allegato il programma dettagliato dei tre anni [F6]
La formazione ha una durata di tre anni, con un monte ore complessivo di 2400 ore.
La frequenza è di un pomeriggio alla settimana a partire dalla metà di settembre fino alla fine di giugno di ogni anno. Sono previsti inoltre:
- 10 incontri annuali destinati alla formazione psico-corporea, programmati nelle giornate di sabato
- Qualche[F8] sabato per attività di interscambio tra gli allievi delle tre annualità
- 2 incontri annuali di supervisione del tirocinio[F9]
- 1 seminario week end su tematica specifica (secondo e terzo anno)
- l’elaborazione di una tesi di ricerca finale.
Alla fine di ogni annualità è previsto un esame di ammissione all’annualità successiva. Per accedere all’annualità successiva è inoltre necessario aver presenziato all’80% delle lezioni.
Vengono ammessi un numero massimo di 15 allievi per annualità. Le iscrizioni vengono chiuse al raggiungimento del numero previsto.
Per accedere alla Scuola è richiesto il conseguimento del diploma di Scuola Media Superiore.
I colloqui informativi e di selezione vengono realizzati dal mese di maggio fino alla fine del mese di settembre su appuntamento.
Master di Specializzazione in Terapia psicomotoria
Il Master ha l’obiettivo di affrontare la pratica della terapia psicomotoria andando ad approfondire tutti i fattori incidenti nella genesi del disturbo, con una maggiore conoscenza delle patologie più frequenti. Verrà privilegiato un apprendimento esperienziale attraverso gruppi di lavoro psico-corporei e attività di supervisione dei casi portati dai partecipanti.
- Significati biologici delle competenze nei primi tre anni (Roberto C. Russo)
- Correlazioni tra patologia e storia del bambino nelle acquisizioni (Roberto C. Russo)
- Problematiche relazionali e disturbi dello spettro autistico (Roberto C. Russo)
- Problematiche motorie con specifico riguardo alle disprassie (Roberto C. Russo)
- Problematiche dipendenti dal processo di lateralizzazione (Roberto C. Russo)
- Patologie che richiedono l’intervento psicomotorio (Sara Panunzi)
- Disturbi dell’alimentazione e intervento Psicomotorio (Susanna Russo)
- Aspetti neuropsicologici e visuomotori della funzione visiva (Maurizio Giannelli)
- Problematiche e genesi nei DSA (Milena Marini)
- Modalità valutative: Osservazione Psicomotoria e specificità di Test per la conoscenza delle dinamiche evolutive (Roberto C. Russo)
- Dinamiche nelle famiglie problematiche e disturbi infantili (Georgia Russo)
- Aspetti relazionali intra familiari del trauma infantile (Azzurra Senatore)
- Interrelazione tra modelli familiari e sociali (Silvia Russo)
- Fondamenti per l’impostazione della Terapia psicomotoria (Roberto C. Russo)
- Problematiche relazionali Terapista-Paziente (Silvia Russo)
- Conduzione e strategie terapeutiche (Roberto C. Russo)
- Quale Supervisione e quale Supervisore (Susanna Russo)
- Esperienze professionale nella relazione con il bambino (Manuela Talamoni)
- Sessioni di supervisioni dei casi portati dai partecipanti
Durata e frequenza
Il Master ha la durata di un anno accademico (ottobre-giugno).
Sono previsti 10 incontri teorico-pratici a cadenza mensile (sabato ore 9-18) e 6 incontri esperienziali di esplorazione psico-corporea (venerdì ore 17-21).
Iscrizioni
Vengono ammessi un numero massimo di 15 allievi per edizione. Le iscrizioni vengono chiuse al raggiungimento del numero previsto.
Per accedere al Master [F12] è richiesto il conseguimento del titolo di TNPEE o dell’attestato di un corso triennale di psicomotricità. Per le altre figure professionali viene rilasciato un attestato di partecipazione.
I colloqui informativi e di selezione vengono realizzati dal mese di maggio fino alla fine del mese di settembre su appuntamento.
Agli iscritti verranno riconosciuti 50 crediti ECM e 50 Crediti F.I.Sc.O.P.
Aggiungere allegati
Qui dobbiamo per forza parlare di centro, da capire come scindere da attività radici del corpo
Ho tenuto bambino perché questo era lo stampo, ma amplierei no? Mettiamo individuo?
Ci sta?
Vi torna? perchè l’ho un po’ trasformato
Inserire stralci di libri di roberto per illustrare il modello?
Da revisionare o prendiamo per buono?
C’era monte ore globale dei 3 anni, trasformerei per annualità > chiedere ore splittate a Roberto
Quanti? Ma è vero?? Facciamo uno all’anno?
Aggiunti io
Ho tolto costi. Così devono chiamare per averli…
O solo in allegato come per scuola?
In sito si parla di attestato per altre figure professionali: possono accedere come uditori?
Learn MoreCosa (area benessere)
AREA BENESSERE
PERCORSI DI CONSAPEVOLEZZA SULLA GENITORIALITA’
Essere genitore è un “lavoro” molto complesso e spesso ci si trova soli ad affrontare situazioni difficili (momenti di crisi, passaggi evolutivi, cambiamenti, separazioni, lutti ecc… ) nella profonda incertezza di quelle che siano le modalità relazionali ed educative più idonee e funzionali al proprio nucleo familiare.
La famiglia e il rapporto con i genitori sono il luogo primario all’interno del quale si realizza la crescita e lo sviluppo del bambino. (o dei figli?)
I percorsi di consapevolezza sono interventi formativi e di sostegno psicologico rivolti alla famiglia, alla coppia genitoriale o il singolo genitore.
Gli incontri sono calibrati sui bisogni reali e concreti della famiglia e finalizzati alla costruzione di strategie e di risorse educative funzionali ed efficaci nella promozione di una sana crescita emotiva dei figli.
PERCORSO 1: Spazio incontro mamma bambino
Un tempo quando la nascita di un bambino era condivisa all’interno di famiglie allargate o in contesti sociali dove gli scambi con altri genitori erano la quotidianità, era più facile e più naturale avere un sostegno, un aiuto, un consiglio o un confronto. Oggi la nascita di un figlio avviene spesso all’interno di una relazione di coppia chiusa per diversi motivi: lontananza da casa, migrazione, mancanza dei propri familiari più stretti, mancanza di una rete amicale. Ad aggiungersi ai vari motivi che possono portare i neo genitori a vivere da soli dubbi e incertezze sui “primi passi” da prendere nell’educazione del proprio figlio si aggiungono modelli educativi in evoluzione, cambiamenti delle strutture familiari, confusione dovuta a troppa informazione con la difficoltà di selezionare ciò che ci appartiene.
Lo Spazio incontro mamma bambino fornisce un percorso rivolto alle mamme e i loro bambini (di età compresa tra gli 0 e 2 anni) per sostenerli nella relazione, nelle attività di gioco e nello sviluppo psicomotorio adeguato alla specifica fase evolutiva. Gli incontri favoriranno anche la condivisione e il confronto tra mamme, attraverso l’accompagnamento di un esperto che affronterà i temi cruciali del periodo perinatale: il sonno del bambino, l’allattamento, lo svezzamento, le regole, i tempi e i ritmi della giornata, ecc. Verranno inoltre condivise riflessioni sulle scelte educative, sui diversi stati emotivi che si muovono nella crescita di un figlio e sugli equilibri personali familiari dei neo genitori.
PERCORSO 2: strategie che stimolano lo sviluppo mentale e l’equilibrio psicofisico del bambino
Questo corso vuole fornire ai genitori, in maniera pratica e diretta, una guida e degli strumenti efficaci per superare momenti difficili che si possono incontrare ogni giorno nell’interagire con un bambino, al fine di trasformare questi momenti in opportunità per alimentare le risorse e le potenzialità del bambino e dell’intera famiglia.
Sulla scorta delle più recenti scoperte sullo sviluppo cerebrale, verranno offerti momenti di didattica e di confronto, filmati, attività pratiche, giochi da svolgere con i propri bambini per favorire un equilibrato sviluppo mentale del bambino. I genitori avranno anche a disposizione una dispensa che li guiderà (in maniera pratica e semplice) nella conoscenza delle funzioni del cervello e dei processi da attivare per favorire l’integrazione tra le diverse parti. Il corso insegnerà ai genitori come favorire una salute mentale ed emotiva del bambino, sostenendo la flessibilità, la capacità di adattamento, la stabilità e la capacità di comprendere sé stesso e il mondo che lo circonda. Imparando a conoscere il concetto di integrazione sarà possibile elaborare e attuare strategie che favoriscono uno sviluppo sano ed una buona relazione genitori/figli. Verranno fornite abilità che facilitino l’empatia, la comunicazione, la regolazione delle emozioni, la risoluzione dei problemi e dei conflitti.
Il corso della durata di 8 incontri è rivolto a genitori con bambini tra i 2 ei 12 anni e può essere svolto con sedute individuali o di gruppo.
PERCORSO 3: Incontri ludico-ricreativi tra genitori e figli
1 rivolto a genitori e bambini
2rivolto a genitori e adolescenti
(su questi attendo scritto da Francesca)
PERCORSO 4: come sostenere la crescita di un adolescente
Questo programma di lavoro promuove una conoscenza delle caratteristiche e dei bisogni dell’adolescente e fornisce ai genitori in maniera pratica e diretta delle occasioni per riflettere sul proprio stile relazionale e sui modelli di attaccamento loro e dei loro figli. Verranno svolti degli esercizi di tipo esperienziale per aiutare i genitori a riflettere sui bisogni dei figli, che sottostanno ai comportamenti problematici. Il lavoro ha il fine di aiutare i genitori a trovare delle risposte maggiormente sintoniche e facilitare la modulazione delle manifestazioni emotive, riducendo comportamenti a rischio e promuovendo uno sviluppo autonomo. Il percorso sostiene le capacità genitoriali di riflessione, di autoconsapevolezza e di autoregolazione che aumentano la capacità di affrontare il conflitto con l’adolescente, favorendo processi di collaborazione, negoziazione e cambiamento.
Basandoci sulle più recenti scoperte nel campo della neurobiologia interpersonale, viene fornita una guida per comprendere i processi mentali dei ragazzi, proponendo una serie di strategie, che stimolino il funzionamento cerebrale nell’adolescente per alleviare il disagio e la solitudine, rendendo più gratificante il rapporto con gli altri.
Il corso della durata di 8 incontri è rivolto a genitori con adolescenti tra i 12 e i 18 anni e può essere svolto con sedute individuali e/o di gruppo.
PERCORSI DI CONSAPEVOLEZZA PSICOCORPOREI
I più recenti sviluppi delle neuroscienze, hanno evidenziato il ruolo centrale svolto dai codici espressivi pre-verbali e corporei nella regolazione dell’esperienza emotiva e nel processo di crescita e di cambiamento, dimostrando anche che un’inibizione prolungata dell’azione crea una serie di squilibri psicofisici.
I percorsi di consapevolezza psicocorporea si basano sul riconoscimento dell’unità corpo-mente e lavorano, all’interno dei diversi contesti, per favorire la crescita psicologica e sviluppare la propria individualità nel rispetto profondo dell’unicità di ognuno. Le attività esperienziali promosse lavorano per sostenere un’unità coerente tra pensieri, azioni e sensazioni e favoriscono un riconoscimento (di sé?) ed una regolazione delle emozioni.
PERCORSO 1: Gruppi di educazione psicomotoria
Il percorso si rivolge ai bambini tra i 3 i 10 anni (i gruppi sono suddivisi per fasce d’età) e vuole favorire uno sviluppo armonioso e autentico del bambino attraverso attività di gioco e di movimento corporeo. Durante l’infanzia il gioco e l’attività motoria sono le condizioni più favorevoli per comunicare, esprimere, crescere e socializzare. Con l’ausilio di situazioni di gioco, viene creato un ambiente stimolante a fare esperienze di sé, della propria creatività e potenzialità che favoriscono un’integrazione tra aspetti motori, cognitivi e relazionali. L’attività di educazione psicomotoria promuove nel bambino: l’espressività globale; la sperimentazione delle proprie competenze, difficoltà e limiti; la consapevolezza ed il piacere delle proprie azioni sviluppando un’immagine positiva di sé e l’integrazione e la socializzazione con i coetanei.
Inoltre il percorso favorisce la capacità di orientarsi nello spazio e nel tempo, e migliora le capacità di attenzione, concentrazione e comunicazione verbale.
PERCORSO 2: gruppi esperienziali psicocorporei
Il gruppo esperienziale psicocorporeo è un percorso di consapevolezza su sè stessi e sul proprio funzionamento interpersonale e relazionale in maniera interattiva e dinamica. Si avvale di un utilizzo integrato del canale verbale e non verbale (codici corporei)
Il percorso ha l’obiettivo di facilitare l’integrazione tra corpo e mente, aiutando le persone a sciogliere i blocchi energetici e i meccanismi difensivi che si creano sia a livello fisico che psicoemotivo, diminuendo il livello di stress e aumentando la resilienza. Questo percorso si serve di pratiche di respirazione, tecniche di rilassamento, esercizi fisici, attività di gioco, di role-playing e di teatro espressivo. Seguono momenti di condivisione e verbalizzazione della propria esperienza.
Il percorso della durata di 10 incontri è rivolto sia a gruppi di adulti che a gruppi di adolescenti.
PERCORSO 3: Mindfulness
La mindfulness è un invito alla consapevolezza ed è coltivata assumendo una curiosa posizione di “testimone imparziale” nei confronti della propria esperienza. Si avvale del respiro, dell’attenzione, dell’accettazione, della mente del principiante (va spiegato cosa vuol dire?) e ci permette di accogliere l’esperienza nel momento presente, facendo esperienze di calore e di contatto.
Il corso, rivolto sia ad adulti che adolescenti, (svolto in setting sia individuale che di piccolo gruppo) fornisce strumenti utili per essere meno critici e giudicanti, sia verso sé che verso la realtà, permette di controllare (controllare non mi piace molto) e contenere emozioni, sensazioni e pensieri negativi che possono portare alla sofferenza. Queste pratiche di consapevolezza portano a un senso di benessere psico fisico.
L’obiettivo non è eliminare ogni pensiero o emozione negativa, ma imparare a vederli per quello che sono, accettando che ci siano e sviluppando la capacità di scegliere un comportamento più riflessivo, invece di agire impulsivamente e peggiorare le situazioni.
Inoltre le pratiche di mindfulness ci permettono anche di imparare a controllare gli automatismi disfunzionali come farsi prendere dall’ansia, reagire con rabbia, lavorare o magiare troppo, evitando di agire governati dal “pilota automatico”. Questo porta ad un aumento dell’attenzione e della concentrazione funzionali al raggiungimento di obiettivi, in diversi ambiti come quello lavorativo, scolastico o relazionale.
PERCORSO 4: Movimento creativo
In questo momento in cui, più che mai il futuro ci appare incerto e ci sentiamo disorientati, abbiamo bisogno di scoprire un nuovo modo di orientare la nostra mente e il nostro corpo verso una maggior consapevolezza.
La proposta “movimento creativo” è un’esperienza di movimento per conoscersi, creare possibilità e libertà di espressione di sè stessi, grazie all’utilizzo di materiali e musica. Il percorso permetterà di sperimentare come distanza e prossimità possano coesistere in uno stesso spazio/tempo favorendo un ri-avvicinamento emotivo attraverso la mediazione del movimento, della danza e dell’azione del nostro corpo.
Questo processo attivato inizialmente dal conduttore, che crea la “scena” all’interno della quale si svolgono le sessioni, favorisce nelle persone la possibilità di esprimere le proprie potenzialità espressive e creative attraverso il corpo e il movimento, dando una lettura simbolica ad ogni esperienza vissuta.
PERCORSO 5: atelier d’arte
Cercare qualcosa e qualcuno
PERCORSO 6: Yoga consapevole
Cercare qualcosa e qualcuno
PERCORSI DI ABILITA’
Qualche riga di spiega….
Percorso 1: abilità di regolazione emotiva e di efficacia interpersonale
Questo percorso fornisce due tipi di abilità, quelle per regolare le emozioni e quelle per essere efficaci nelle relazioni. Le prime abilità lavorano per ridurre la vulnerabilità emotiva e la reattività. I partecipanti verranno guidati in maniera interattiva e pratica verso la capacità di riconoscere, comprendere e accettare le emozioni. Verranno fornite delle skills per favorire l’accumulo di emozioni maggiormente positive in linea con i propri valori e i propri obiettivi di vita e verranno esplorate attività che promuovono il prendersi cura di sé stessi e del proprio corpo nel rispetto dei propri bisogni e ritmi.
La seconda parte del lavoro si orienta sulle abilità per: costruire e mantenere relazioni positive; raggiungere i propri bisogni/obiettivi affermando sé stessi e rispettando l’altro; mantenere il rispetto di sé stessi essendo assertivi e trasparenti.
Le abilità verranno acquisite con la didattica, i giochi di ruolo, gli esercizi esperienziali e la condivisione tra i partecipanti.
L’attività viene realizzata in 8 incontri ed è rivolta sia agli adulti che agli adolescenti.
Percorso 2: abilità per tollerare la sofferenza, affrontare i conflitti e sostenere i cambiamenti.
Serate a tema (un aperitivo con l’esperto)
Le seratesono momenti formativi e di confronto informale per dialogare con psicologi, psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili, logopedisti su temi importanti per la crescita dei bambini e degli adolescenti. Gli incontri, gratuiti, sono rivolti a genitori, caregiver, insegnanti e operatori socio-sanitari.
Ad ogni serata verrà svolta un argomento differente. Le tematiche che affronteremo riguarderanno:
- La nascita di un figlio ed il ruolo genitoriale
- Le principali tappe di sviluppo evolutivo di un bambino e le possibili difficoltà che si possono incontrare
- Come riconoscere i disturbi alimentari e cosa fare per affrontarli
- I disturbi del sonno, come gestire e rimpostare i normali ritmi sonno e veglia
- Disturbi dell’apprendimento come riconoscerli e cosa fare
- Le risorse della famiglia e della scuola davanti alle esperienze difficili dei bambini (separazione, malattie e lutti)
- Come favorire la verbalizzazione delle emozioni dei bambini
- Il mare in tempesta: come vivere con un adolescente senza essere travolto dalle onde
- Dipendenza dalla rete e cyberbullismo
- Il corpo non mente: ascoltare i segnali del nostro corpo per prenderci cura della nostra anima
- Come gestire un conflitto utilizzando le tecniche di de-escalation
- Come regolare le emozioni e gestire efficacemente le relazioni
- Quali sono i nostri bisogni, i nostri valori e come raggiungere i nostri obiettivi
14.L’incontro tra culture diverse, processi di confronto e cooperazione tra famiglie
Learn MorePrassie e lateralizzazioni
Prassie, Lateralizzazione, Grafia
impostazione innovativa per prevenzione, valutazione e terapia
30 – 31 maggio 2020
L’acquisizione delle prassie è preceduta da una organizzazione motoria che richiede una serie di competenze, senza le quali il processo evolutivo non può accedere al livello prassico. Per tale motivo risulta fondamentale conoscere in modo approfondito alcune specifiche competenze motorie di base prima di accingersi a valutare le prassie. Questo è l’obiettivo del corso al fine di una corretta valutazione e relativa impostazione terapeutica.
La lateralizzazione è un processo complesso, a impronta genetica, che si realizza in modo esperienziale. Le difficoltà evolutive della lateralizzazione hanno possibili ripercussioni sugli apprendimenti. Le tre problematiche principali sono rappresentate dal ritardo della acquisizione, dal conflitto tra il genotipo e il fenotipo e dal condizionamento ambientale. La possibilità di valutare questi aspetti può prevenire lo strutturarsi di alcune importanti carenze motorie, cognitive e relazionali. Diffusa è la disattenzione per questo fondamentale processo.
La grafia oltre alla capacità di controllo grafo-motorio, richiede una serie di adattamenti posturo-cinetici necessari per facilitarne la realizzazione. Questi adattamenti sono troppo spesso disattesi sia nell’ambito familiare (per carenza di competenza) sia nell’ambito scolastico (per carenza di formazione). Conoscere queste necessità aiuta il bambino a procedere adeguatamente limitando o escludendo disturbi consequenziali che si riflettono sugli apprendimenti e sulla relazione.
Programma
Prima giornata
Prassie e Disprassie
Ore 9,00 – 10,00
Processi evolutivi per lo sviluppo del movimento.
Ore 10,00 – 10,30
Partecipazione dell’emozionalità all’atto motorio
Ore 10,30 – 11,00
Variabilità dei disturbi dell’atto motorio e disfunzioni correlate
Ore 11,00 – 12,00.
Prassie: basi neurofisiologiche, caratteristiche funzionali e variabili individuali.
Ore 12,00 – 12,30
Riflessioni e discussione.
Ore 12,30 – 13-30 Intervallo
Ore 13,30 – 14,30
Definizione di disprassia da parte di alcuni autori.
Classificazione in uso delle disprassie
Ore 14,30 – 15,00
Diversa modalità di approccio valutativo delle competenze prassiche
Ore 15,00 – 17,00
Video e analisi di 9 bambini disprassici
Ore 17,00 – 17,30
Intervento terapeutico nelle disprassie
Ore 17,30 – 18,00
Riflessioni e discussione sulle prassie e disprassie
Docente
Prof. Roberto Carlo Russo
Neuropsichiatra Infantile e Psicoterapeuta
Modalità Iscrizioni
Crediti ECM 18,1 per: Medici, TNPEE, Psicologi, Logopedisti, Educatore professionale, Terapisti della Riabilitazione, Psicomotricisti (16 crediti F.I.Sc.O.P.)
Costo € 200,00 + iva (= € 244,00)
Massimo 15 partecipanti.
L’attivazione del seminario è subordinata alla iscrizione di un minimo di 10 partecipanti; in caso contrario la Direzione si riserva di comunicare la sospensione al più presto e verrà rimborsato solo la quota già versata.
Sede del Corso: CSPPNI s.r.l. Viale Marche, 93 – Milano
Per le iscrizioni rivolgersi a Intervision Italia al 02316790 o formazione@intervisionitalia.com
Seconda giornata
Processo di Laterizzazione
Ore 09,00 – 09,15
Basi biologiche della lateralizzazione nel mondo animale.
Ore 09,15 – 09,45
Importanza della visione nel processo di lateralizzazione
Ore 09,45 – 10,15
Lateralizzazione visiva nella specie umana e
Interdipendenza tra lateralizzazione cerebrale e lateralizzazione somatica
Ore 10,15 – 10,30
Espressività della lateralità congenita e acquisita e importanza in rapporto ai segmenti corporei.
Indagine della espressività dominate destra e sinistra in 800 casi dai 3 agli 11 anni.
Indagine della impronta genetica destra e sinistra in 146 bambini dagli 8 ai 16 mesi.
Ore 10,30 – 11,30
Patologia del processo di lateralizzazione
Intervento terapeutico nelle dislateralizzazioni
Ore 11,30 – 12,00
Confronto/dibattito sul processo di lateralizzazione
Ore 12,30 – 13-30 Intervallo
ORGANIZZAZIONE DELLE COMPETENZE GRAFICHE
Ore 13,30 – 13,45
La rappresentazione grafica è una attività comunicativa
Ore 13,45 – 14,45
Significato del disegno e sua evoluzione nel bambino
Ore 14,45 – 15,00
Scrittura apprendimento ed evoluzione
Ore 15,00- 16,00
Disgrafie: tipi ed evoluzione (analisi grafiche)
Ore 16,00 – 16,45
Analisi delle condizioni somatiche e spaziali per un approccio corretto alla realizzazione grafica.
Problemi in atto e a distanza derivanti da posture scorrette.
Ore 16,45 – 17,15
Ricerca, in un campione di 1050 casi, sulle correlazioni tra disprassie, dislateralizzazioni e disgrafie in 155 bambini.
Ore 17,15 – 17,45
Discussione e riflessioni sulle connessioni e interdipendenza tra prassia, lateralizzazione e grafia.
Intervento terapeutico.
Orte 17,45 – 18,00
Verifica per ECM
Pubblicazioni di Roberto Carlo Russo
Alcuni libri di Roberto Carlo Russo attualmente reperibili
Roberto Carlo Russo – Motricità
Un nuovo approccio per la valutazione motoria
Casa Editrice Ambrosiana. Distribuzione esclusiva Zanichelli
2020
Il nuovo saggio del prof. Roberto Carlo Russo “Motricità” affronta in modo innovativo le diverse caratteristiche organizzative ed espressive del movimento e le sue difficoltà motorie meno conosciute, ma che svolgono un ruolo importante nel comportamento, nella relazione, nel vissuto e tali da influire sulla progressione evolutiva. Queste atipie, particolarmente evidenziabili nella libera attività motoria, non sono inquadrabili in una patologia ben definita, tuttavia possono avere effetti a distanza, tra cui i DSA.
Il libro guida al riconoscimento di queste variabili tramite modalità valutative e specifici test, permettendo in tal modo di affrontare fin dalle fasi precoci le carenze funzionali di base che avranno conseguenze sulle competenze mentali più evolute. Una serie di filmati incentrata sulla corretta somministrazione e valutazione dei test arricchisce la proposta
In vendita sul sito Zanichelli Editore
Alcuni libri di Roberto Carlo Russo attualmente reperibili
Roberto Carlo Russo – Psicomotricità.
Nuovo approccio valutativo e intervento globale: psicomotorio, sostegno genitoriale, collaborazione sociale.
Casa editrice Ambrosiana, Milano, (2018).
Questo libro affronta le problematiche infantili in modo innovativo, non tratta le singole patologie, ma analizza il percorso evolutivo del bambino in rapporto alle acquisizioni, ai modelli di riferimento e alle esperienze di vita; modalità che facilita la comprensione della genesi e del mantenimento del disturbo.
L’obiettivo della psicomotricità è quello di riferirsi alla persona nelle sue diverse espressività ispirandosi al principio che ogni esperienza è la sintesi tra: il desiderio, il confronto con le esperienze precedenti, la volontà, il comando, la programmazione, l’esecuzione, l’emozionalità, i limiti, il risultato, la valutazione propria dell’esito e quella dell’ambiente. Pertanto ogni esperienza coinvolge il passato il presente e le potenzialità future; tutto questo non è altro che la vita del bambino nel suo naturale ambiente di vita.
La conoscenza dei disturbi non può più essere affrontata nell’ottica esclusiva della patologia del bambino, ma va affrontata come problema che coinvolge l’essenza di vita del bambino che include la famiglia e la società.
Questa possibilità di valutazione delle problematiche infantili apre la strada verso una nuova modalità di valutazione e d’intervento globale che include oltre il bambino, quando è necessario l’intervento psicomotorio, sicuramente un aiuto psicologico-educativo alle figure parentali e una collaborazione con le figure socio-educative. L’aiuto parentale permetterà inoltre di fornire risposte consone alle elaborazioni terapeutiche del bambino, permettendo una integrazione positiva tra queste e i modelli, facilitando in tal modo la risoluzione del disturbo.
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Casa Editrice Ambrosiana
Roberto Carlo Russo. Chi sei… Cosa vuoi. Conoscere per capire: evoluzione della personalità e della relazione nel bambino.
Medical Books, Palermo. (2013)
La società è notevolmente cambiata in questi ultimi trent’anni e risulta indispensabile rivedere l’evoluzione del bambino in un ottica che si rapporti alla realtà attuale con i genitori che lavorano, i modelli evolutivi plurimi, il tempo pieno a scuola, la complessa realtà sociale, tutte situazioni che hanno modificato la relazione genitori-figli e reso sempre più difficile la comprensione del bambino in un continuo divario generazionale. Troppo spesso i genitori si trovano in difficoltà e abbisognano di un sostegno e indirizzo educativo.
Questo libro indaga le dinamiche evolutive, le problematiche della nostra nuova società, l’evoluzione biologica, le principali tematiche dello sviluppo e gli stimoli e consigli educativi in rapporto a specifiche problematiche. L’obiettivo del libro è quello di dare una panoramica generale, scientifica, attuale e comprensibile ai genitori che sempre più lo richiedono per conoscenza e per loro orientamento.
L’indice è visibile in CSPPI alla voce Direttore Scientifico R.C. Russo
Medical Books, Palermo, Via Liborio Giuffrè 52, Tel. 091/6512048 Costo € 23
Roberto Carlo Russo – Il senso dell’azione in psicoterapia infantile. La terapia individuale e il supporto all’ambiente. Casa editrice Ambrosiana, Milano, (2007)
L’impostazione psicoterapica infantile presentata in questo libro si contraddistingue sia per il tipo di approccio che per la conduzione terapeutica; l’attenzione è rivolta alla Persona nella sua globalità con particolare attenzione alle dinamiche che interagiscono tra i vissuti, le motivazioni e le potenzialità del bambino; l’alleanza con il bambino avviene nel rispetto e nell’accettazione dell’identità della persona e delle relative caratteristiche, favorendo l’istituirsi di una base sicura con il terapeuta. Il mediatore terapeutico è l’attività ludica che faciliti l’emergere del vissuto del bambino tramite il gioco simbolico, le produzioni fantasmatiche e l’immaginario.
Il percorso terapeutico ha come presupposto di permettere al bambino di vivere concretamente le problematiche assieme al terapeuta al fine di favorire l’emergere dei significati psicodinamici delle problematiche. Per il bambino è l’inizio di un nuovo percorso che aiuterà a scoprire le proprie potenzialità di elaborazione delle dinamiche e fornirà la possibilità di riviverle concretamente assieme al terapeuta. Vivere un diverso adattamento della situazione in atto assume per il bambino un’alta valenza evolutiva in quanto è tramite l’azione che nell’infanzia si verificano le regressioni favorevoli che portano ad una rielaborazione positiva dell’organizzazione del sé. La terapia stimola progressivamente il processo di autonomia, il rinforzo della fiducia del Sé, la socializzazione, nel rispetto delle potenzialità e dei bisogni del bambino. Il terapeuta è la figura che accompagna il bambino nel nuovo percorso e che faciliterà i passaggi evolutivi tramite il gioco, l’immaginazione, il disegno, il racconto di sé e le produzioni fantasmatiche. Il bambino riportando il frutto dell’elaborato terapeutico nelle relazioni parentali e sociali, frequentemente compromesse in quanto causa o concausa dei disturbi infantili, spesso non ha un riscontro di cambiamento e di maggiore attenzione alle proprie necessità evolutive. Per tale motivo risulta indispensabile fornire un aiuto alla famiglia e una attiva collaborazione con le figure scolastiche.
Le patologie infantili vengono affrontate secondo un intervento globale articolato in tre momenti strettamente correlati tra loro (pur avendo ognuno il proprio strumento di lavoro): la psicoterapia, il supporto parentale e la collaborazione con le strutture scolastiche ed educative. La possibilità d’integrare questi tre ambiti, favorisce una progressione terapeutica adeguata alla realtà in cui vive il bambino. La psicoterapia, il supporto familiare ed educativo necessitano di momenti di confronto e di adattamento ai nuovi obiettivi che si definiscono durante il percorso terapeutico del bambino.
Il lavoro di sostegno e di counseling ai genitori e la collaborazione con le figure scolastiche ha come obiettivo primario quello di fornire un aiuto per la comprensione e l’elaborazione delle problematiche del bambino. Questi interventi devono presupporre una comunità d’intenti volta ad evidenziare anche le eventuali difficoltà di comunicazione tra le parti, ad evitare gli isolamenti colpevolizzanti dei genitori, a rafforzare le indispensabile alleanze tra le figure in gioco. Questo lavoro di rete avrà una riflessione positiva sulla vita del bambino. Vengono riportati cinque casi di terapia, supporto parentale e collaborazione con la scuola.
L’indice è visibile in CSPPI alla voce Direttore Scientifico R.C. Russo
Casa Editrice Ambrosiana, Milano, Via Gargano21, Tel.02/5220221
http://www.ceaedizioni.it/ita/scheda.asp?idlibro=606 Costo € 30
Roberto Carlo Russo – Evoluzioni e disturbi del movimento. Basi e nuove prospettive per conoscere il bambino.
Casa editrice Ambrosiana, Milano (2003).
con Allegata videoregistrazione in DVD
L’obiettivo del libro è quello di affrontare in termini approfonditi l’organizzazione ed evoluzione degli schemi motori con le sue variabili ai limiti tra la norma e la patologia (spesso non valutate o considerate nella norma) e le caratteristiche anomale sostenute da fattori organici e/o relazionali. Viene sottolineata l’importanza degli effetti negativi dei disturbi motori sul piano cognitivo e relazionale. La valutazione motoria viene proposta tramite le attività di gioco normalmente in uso nel bambino; tale modalità permette di cogliere la reale organizzazione del movimento con i suoi riflessi sulle strategie motorie, sulle abilità, sull’impegno economico e sulla carica emozionale espressa. In particolare viene affrontata l’evoluzione degli schemi motori nelle diverse attività e rapportate al tipo di esperienze fatte.
Viene trattata (già presentata nel 1985) l’originale impostazione della progressione evolutiva dell’atto motorio, tramite il passaggio dal coordinamento, all’inibizione della diffusione dello stimolo e al processo d’integrazione somatica. L’analisi dei disturbi dell’atto motorio permette di identificare una serie di fattori dipendenti dai processi funzionali di specifiche strutture. Nel libro viene affrontato lo studio della genesi delle diverse competenze a partire dalle prime fasi di vita e a seguire le prime attività volontarie, i meccanismi difensivi e le prassie. L’evoluzione e i disturbi del movimento sono impostati in un’ottica di globalità nella quale le potenzialità motorie rappresentano lo strumento essenziale per conoscere e rapportarsi nella vita.
Segue un glossario dei termini specifici al fine di favorirne un uso appropriato per una migliore comunicazione.
Allegato DVD che riporta le immagini dell’evoluzione normale in specifiche attività, delle patologie dell’atto motorio e dell’organizzazione motoria in due patologie psicomotorie: la debilità motoria e l’insufficiente inibizione motoria.
L’indice è visibile in CSPPI alla voce Direttore Scientifico R.C. Russo
Casa Editrice Ambrosiana, Milano, Via Gargano21, Tel.5220221
Roberto Carlo Russo
Sviluppo neuropsicologico del bambino
Casa editrice Ambrosiana, Milano (2002)
L’obiettivo del libro è quello di fornire una panoramica sullo sviluppo del bambino e delle sue variabili in rapporto alla pluralità di fattori ambientali che entrano in un complesso gioco d’interazione con le caratteristiche tipologiche del bambino.
L’orientamento della socialità nell’infanzia ha spesso mostrato notevoli modifiche in rapporto alle diverse condizioni di vita della società d’appartenenza.
La disamina del secolo appena passato mostra continue variazioni degli usi e costumi delle società più evolute per il travolgente sviluppo tecnologico, per l’aumento delle possibilità comunicative e per la commistione di etnie diverse con il relativo bagaglio di competenze e usanze. Il miglioramento delle condizioni economiche ha notevolmente contribuito alla crescita sociale che, per contro, ha richiesto un maggiore impegno produttivo e una variazione sostanziale nelle modalità educative.
Il raggiungimento della società del benessere ha portato un notevole aumento e arricchimento di stimoli evolutivi con la conseguenza di una precoce evoluzione dell’infanzia, ma ha anche determinato una vita infantile più frenetica e spesso caotica, per le problematiche connesse al ritmo di vita del nucleo familiare.
Ma la società del benessere non è tale per tutti; si sta sempre più affermando una demarcazione tra la parte della società privilegiata e quella che deve arrancare per raggiungere una migliore qualità di vita al prezzo di grandi sacrifici e di superlavoro.
La crescente presenza di individui provenienti da altre nazioni in cerca di lavoro, ha determinato una marcata diseguaglianza dei mezzi di sussistenza tra questi e gli altri, una vita precaria con un futuro meno promettente. I bambini degli immigrati vivono concretamente questa realtà: la loro cultura e le loro usanze si intersecano e si mischiano con quelle degli abitanti stanziali, spesso perdono gli antichi privilegi delle loro origini e nel contempo subiscono gli effetti delle grandi modifiche sociali e del confronto con i compagni più avvantaggiati di loro.
Si assiste sempre più frequentemente a distorsioni dei processi di sviluppo che includono l’autonomia, l’aggressività e la socialità, a tal punto da ritenere arduo potere includere nella norma una vasta percentuale di bambini. La norma evolutiva cambia in rapporto alle modifiche sociali, ma come varia il bambino in rapporto al rapido evolvere delle culture sociali, alle variegate miscele di usi e costumi appartenenti a società diverse?
Per dare risposta a questa domanda, comprendere il significato di queste modifiche dello sviluppo, le eventuali distorsioni evolutive, il conflitto tra le diverse usanze, è necessario prendere in considerazione l’ambiente di vita con i suoi modelli genitoriali, il tipo e la struttura sociale, i potenziali comportamenti dettati dal codice biologico, le tipologie genetiche, le caratteristiche neurofunzionali precoci, gli orienta-menti neuropsicologici e gli eventi della vita del nucleo familiare e sociale.
Il libro tratta i primi sei anni di vita, base fondamentale per lo sviluppo della persona, mentre per il periodo della latenza e dell’adolescenza sono state tracciate le principali linee evolutive.
CEA EDIZIONI Costo € 34,70
Roberto Carlo Russo – Diagnosi e terapia psicomotoria. Casa editrice Ambrosiana, Milano (2000)
L’autore nell’affrontare la trattazione della diagnosi e terapia psicomotoria parte dal presupposto indispensabile di considerare il «problema del bambino», sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico, nel complesso sistema di dinamiche relazionali e di reciproci influssi e condizionamenti ambientali.
L’impostazione del lavoro tiene conto della globalità della persona che si forma attraverso un percorso nel quale si intersecano e interagiscono le caratteristiche costituzionali del bambino, la personalità dei genitori, la variabilità dei modelli di riferimento, gli eventi ed esperienze del bambino nell’ambito familiare e sociale, il periodo di comparsa dei disturbi, la tipologia del comportamento del bambino e le sue variabili nel percorso evolutivo. Tutti questi fattori sono fondamentali sia per la diagnosi che per l’approccio alla terapia.
La valutazione psicomotoria che viene presentata, oltre ad analizzare la modalità d’essere del bambino nella relazione con l’altro, dovrà valutare l’organizzazione della motricità, delle informazioni, della conoscenza del sé corporeo, della capacità di organizzazione spazio-temporale, della comunicazione, della espressione grafica, dei processi attentivi e della emozionalità nei suoi aspetti affettivi ed emotivi. L’analisi dei disturbi dell’atto motorio apre una nuova modalità di valutazione che, oltre a considerare le strutture competenti e l’eventuali disfunzioni, considera anche le modalità organizzative tipiche di uno stile psicomotorio. Le principali sindromi psicomotorie, le sindromi relazionali d’interesse psicomotorio e l’impaccio del movimento, vengono riviste dall’autore con una nuova impostazione rispetto alle precedenti.
L’aspetto originale risiede nel significato dato alla terapia, nel tipo di setting, nell’identificazione degli obiettivi e nella modalità di conduzione della terapia centrata sul «bisogno» evolutivo del bambino. Alla fine del libro viene riportato un glossario dei termini specifici per favorire una più valida comunicazione tra gli addetti ai lavori.
L’indice è visibile in CSPPI alla voce Direttore Scientifico R.C. Russo
Casa Editrice Ambrosiana, Milano, Via Gargano21, Tel.02/5220221
Disturbi della condotta
Disturbi della Condotta
Roberto Carlo Russo
(2009)
L’origine di questi disturbi, un tempo considerati capricci e spesso perseguiti con castighi e punizioni, può essere individuata dall’attenta analisi delle caratteristiche neuropsicologiche del bambino, delle modalità dei primi rapporti con la madre, della tipologia personale dei modelli di riferimento evolutivo, della modalità educativa. Questi tipi di disturbi sono diventati molto frequenti, a tal punto da essere considerati, da alcuni genitori specie nelle società benestanti, come parte di una condizione del processo evolutivo infantile. Tali condizioni, spesso generatrici di marcati disagi nei bambini, nelle famiglie e nella società, producono difficoltà nella relazione con gli altri e un’organizzazione problematica della personalità.
Il disturbo della condotta (DC) è un comportamento caratterizzato dalla persistenza dell’assenza di rispetto per i diritti delle altre persone e dal mancato adeguamento alle regole familiari e sociali. Nei DC vanno inclusi le forme di bullismo frequenti e persistenti (Olweus, 1993; Fonzi, 1997).
Possono essere distinte due forme di DC, una a esordio nel periodo infantile e una in fase adolescenziale (DSM-IV). Vi sono bambini con insorgenza precoce del disturbo (24-36 mesi) con un’evoluzione caratterizzata da manifestazioni con maggiore espressività in determinati periodi, spesso in concomitanza con situazioni ambientali che richiedono nuovi adattamenti comportamentali, mentre in altri periodi il comportamento è meno disturbante, ma con una continuità che tende ad assumere caratteristiche più gravi nelle fasi evolutive successive e in particolare nell’adolescenza. Per la diagnosi i sintomi devono persistere per almeno sei mesi, pertanto non vanno interpretati come DC quelle manifestazioni reattive e oppositive di breve durata per condizioni ambientali particolarmente impegnative per l’adattamento comportamentale.
Il DSM-IV individua come rappresentativi quattro sintomi: aggressione o minacce gravi a persone o animali, danni alle proprietà, violazione delle regole familiari e sociali, persistente atteggiamento negativizzante e mentoniero per ottenere vantaggi o evitare punizioni. Il DSM-IV ritiene necessari per la diagnosi di DC almeno tre dei sintomi sopra citati.
Per l’ICD10 – (F91) i DC sono caratterizzati da una modalità ripetitiva e persistente di condotta antisociale, aggressiva o provocatoria, la cui diagnosi va posta tenendo in considerazione l’età del bambino ed escludendo alcune manifestazioni tipiche di fasi precoci quali accessi d’ira e aggressività saltuaria. I sintomi più frequenti sono: manifestazioni aggressive verso persone o cose, crudeltà verso gli animali, danni a proprietà (distruzioni, furti, incendi), marcati accessi d’ira scarsamente motivati, assenze da scuola e fughe da casa, comportamento provocatorio e insolente, rifiuto di qualsiasi regola. Sono esclusi da questa diagnosi tutti i comportamenti antisociali isolati o molto saltuari.
I soggetti con DC hanno scarsa capacità di dare valore alle necessità del benessere altrui, non si percepiscono problematici, anzi ritengono gli altri offensivi e minacciosi nei propri confronti e per tale motivo giustificano il loro comportamento aggressivo e antisociale.
Genitori e insegnanti frequentemente non comprendono questi comportamenti come espressione di una patologia, ritengono il bambino capriccioso e necessario di castighi e punizioni, potenziando così le dinamiche vissute e aggravando le manifestazioni patologiche.
Sintomatologia e forme cliniche
L’ICD 10 differenzia le seguenti tipologie cliniche.
Disturbo della condotta limitato al contesto familiare (F91.0)
Il comportamento antisociale è attuato solo all’interno del nucleo familiare e le manifestazioni possono essere: furti a scapito dei familiari (specie di denaro), azioni distruttive di oggetti dei componenti la famiglia, aggressioni ai membri del nucleo familiare, provocazioni, opposizioni, non rispetto delle regole familiari, incendi e distruzioni di mobili e apparecchiature del nucleo.
Disturbo della condotta con ridotta socializzazione (F91.1)
Questo tipo è caratterizzato dalla presenza del comportamento tipico del disturbo e dalla mancata socializzazione con il gruppo dei coetanei che tendono a isolarlo per il suo comportamento. Le manifestazioni più frequenti sono: spacconerie e rissosità con i compagni, estorsioni e aggressioni verso i coetanei, mancato rispetto delle regole comunitarie, rifiuti alla collaborazione, violenti accessi di rabbia incontrollabile, azioni distruttive delle cose altrui, incendi, crudeltà verso i compagni e gli animali.
Disturbo della condotta con socializzazione normale (F91.2)
Caratterizzato da un comportamento antisociale e aggressivo che non avviene nel proprio gruppo di coetanei, nei cui confronti si comporta adeguatamente anche con legami di amicizia. La condotta antisociale si manifesta al di fuori del gruppo d’appartenenza, può rivolgersi verso adulti, familiari o altri bambini. Il gruppo d’appartenenza può essere un gruppo delinquenziale o anche formato da individui normali. Le manifestazioni più frequenti sono: spacconerie e rissosità con i compagni esterni al proprio gruppo, provocazioni, opposizioni, rifiuti alla collaborazione, furti, azioni distruttive, estorsioni e aggressioni, violenti accessi di rabbia incontrollabile, azioni distruttive delle cose altrui, incendi, crudeltà verso i compagni e gli animali, mancato rispetto delle regole comunitarie.
Disturbo oppositivo provocatorio (F91.3)
Questo tipo è caratterizzato da un comportamento persistente, ripetitivo e marcatamente ostile, oppositivo e provocatorio, in assenza di attività antisociali e aggressive. Il comportamento scorretto si manifesta verso adulti e bambini con rapporti di confidenza. Le manifestazioni più frequenti sono: sfide, provocazioni, scontri verbali e insulti, opposizioni alle regole e alle richieste di partecipazione, facile irritabilità, atteggiamenti negativizzanti, insolenti e offensivi. Da alcuni autori questo tipo non è considerato come DC (DSM-IV) anche se col tempo può trasformarsi in DC.
Eziopatogenesi
Diversi autori sostengono una predisposizione ereditaria associata a modelli familiari e/o sociali in contrasto con le necessità evolutive di un bambino con determinate caratteristiche personali. Raine ed altri (1990, 1994) ipotizzano una diminuita funzionalità del Sistema Nervoso Autonomo e la maggiore attività di neurotrasmettitori implicati nei meccanismi aggressivi e nel metabolismo della serotonina (Lahey ed altri, 1993).
Nei genitori di bambini affetti da DC sono di frequente riscontro (abuso di sostanze, patologie psichiatriche, carenze affettive, modelli educativi rigidi o assenti o frustanti, con la conseguenza di disturbo nel processo d’attaccamento, inizio dei disturbi del bambino e conseguente carente disponibilità di supporto affettivo-educativo da parte dei caregiver. I bambini con DC appartengono più frequentemente a famiglie con problematiche sociali ed economiche (Patterson ed altri, 1989), AACAP Official Action. (1997). I modelli parentali antisociali sono frequenti nei bambini e adolescenti con DC. Nei genitori di bambini con Disturbo Oppositivo Provocatorio è più frequente il riscontro di disturbi dell’umore. I tratti di maggiore riscontro nella personalità dei genitori di bambini con DC sono: depressione, abuso di sostanze, comportamenti antisociali.
Pur accettando la predisposizione genetica, risulta più significativo per determinare l’insorgenza del DC le caratterisitivhe dei modelli familiari e sociali.
Epidemiologia
Il U.S. Department and Human Services ha stimato che negli Stati Uniti il 6-16% è nei maschi e il 2-9% nelle femmine oltre il 18° anno di età presentano il Disturbo della Condotta.
Farruggia ed altri (2008) segnalano la frequenza dei DC nei paesi occidentali tra il 5 e il 10% nei soggetti di età compresa tra gli 8 e i 16 anni.
Diagnosi differenziale
La diagnosi differenziale va fatta nei confronti di: Sindromi da disadattamento (F43.2) Insorgono in un periodo di adattamento a un evento stressante (lutto, malattia grave, separazioni, ecc..) o a un sostanziale cambiamento di vita (cambio di città, migrazione, ecc..). I sintomi sono rappresentati da depressione, ansia, regressione.
Sindromi ipercinetiche (F90) in quanto con una discreta frequenza il disturbo crea conflitti con le figure di riferimento con facili isolamenti, colpevolizzazioni e punizioni, inducendo anche a far diventare il bambino capro espiatorio nel gruppo sociale di appartenenza; a queste situazioni il bambino reagisce con provocazioni e aggressioni.
Disturbo della condotta e delle emozioni (F92) caratterizzato da un comportamento provocatorio, aggressivo e antisociale, associato a sintomi depressivi o d’ansia. A volte è difficile la differenziazione dal Disturbo Oppositivo Provocatorio.
Disturbo da rivalità tra fratelli (F93.3) con intensa gelosia, ostilità e spesso aggressività verso il fratello o sorella che ritiene essere considerato avvantaggiato nel rapporto con i genitori.
Evoluzione
La prognosi è molto diversa secondo l’età d’insorgenza delle manifestazioni, le caratteristiche dei modelli genitoriali, la disponibilità ad un adeguato aiuto parentale, il gruppo di pari in cui è inserito, la possibilità di un aiuto terapeutico individuale per il bambino. Negli interventi tardivi o con rifiuto di aiuto è frequente il comportamento asociale nell’adolescenza e nell’età adulta, facile abuso di alcol e/o di sostanze illecite, azioni delinquenziali, furti, adesione a bande, suicidio.
Robins ed altri (1991) e Barry ed altri (1997) hanno evidenziato una significativa relazione tra i DC infantili e la presenza dello stesso disturbo in età adulta
Terapia
Importante è la segnalazione del medico di base e l’invio al Servizio di Neuropsichiatria Infantile per impostare l’intervento a livello individuale, familiare e sociale (scuola) (Kazdin, 1997) (Henggeler e Borduin, 1990) orientato a un superamento (ove possibile) delle problematiche personali dei genitori, dei rapporti di coppia e dei modelli educativi e delle condizioni economiche e socio-ambientali. Bailey (1996) evidenzia e sostiene che l’intervento precoce diminuisce la possibilità di strutturazione del disturbo e la continuità nell’adolescenza e nell’età adulta spesso sotto forme diverse. Fondamentale è la collaborazione scuola-famiglia e la presenza di una figura sanitaria che gestisca i collegamenti e la progressione degli obiettivi tra individuo, genitori e insegnanti. La terapia del bambino avrà l’obiettivo principale di rielaborare i vissuti di carenze affettive, fare emergere fantasmi aggressivi destrutturanti e indirizzare verso lo stimolo alla fiducia del sé, all’affermazione nel rispetto reciproco e al vantaggioso miglioramento del rapporto con gli altri.
Bibliografia
AACAP Official Action. (1997) Practice parameters for the assessment and treatment of children and adolescents with conduct disorder. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry., 36 (suppl):122–139.
American Psychiatric Association. Diagnostic and statistical manual of mental disorders. 4th ed. Washington, D.C.: American Psychiatric Association, 1994:78–85.
Bailey VF. ( 1996) Intensive interventions in conduct disorders. Arch Dis Child., 74:352–356.
Barry KL, Fleming MF, Manwell LB, Copeland LA. (1997) Conduct disorder and antisocial personality in adult primary care patients. J Fam Pract., 45:151–158.
Farruggia R., Romani M., Bartolomeo S. (2008) Disturbi della Condotta/Disturbi della Personalità: riflessioni teorico-cliniche per una presa in carico precoce. Psich. Inf. E Adolescenza, 75, 3-4, 503-513.
Fonzi A. (1997) Il bullismo in Italia. Il fenomeno delle prepotenza a scuola dal Piemonte alla Sicilia. Giunti, Firenze.
Henggeler SW, Borduin CM. ( 1990) Family therapy and beyond: a multisystemic approach to treating the behavior problems of children and adolescents. Pacific Grove, Calif.: Brooks/Cole.
Kazdin AE. (1997) Practitioner review: psychosocial treatments for conduct disorder in children. J Child Psychol Psychiatry., 38:161–178.
Lahey BB, Hart EL, Pliszka S, Applegate B, McBurnett K. (1993) Neurophysiological correlates of conduct disorder: a rationale and a review. J Clin Child Psychol., 22:141–153.
Olweus D. (1993) Bullismo a scuola. Ragazzi oppressi, ragazzi che opprimono. Tr.It., Giunti, Firenze, 1996.
Patterson GR, DeBaryshe BD, Ramsey E. (1989) A developmental perspective on antisocial behavior. Am Psychol., 44:329–335.
Raine A, Venables PH, Williams M. ( 1990) Relationships between central and autonomic measures of arousal at age 15 years and criminality at age 24 years. Arch Gen Psychiatry., 47:1003–1007.
Raine A, Brennan P, Mednick SA. (1994) Birth complications combined with early maternal rejection at age 1 year predispose to violent crime at age 18 years. Arch Gen Psychiatry., 51:984–988.
Robins LN, Price RK. (1991) Adult disorders predicted by childhood conduct problems: results from the NIMH Epidemiologic Catchment Area project. Psychiatry., 54:116–32.
World Health Organization – ICD 10. (1996) Multiaxial classification of child and adolescent disorders. Cambridge University Press. Tr. It. Masson, Milano, 1997.
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