Valutazione delle posture nella grafia ed effetti collaterali
di Roberto Carlo Russo
L’espressione grafica (disegno e scrittura) è un complesso processo simbolico che richiede oltre alla evocazione e rappresentazione mentale anche la sua traduzione in segni grafici. Per una adeguata realizzazione, oltre alle competenze cognitive e motorie, è necessario una corretto atteggiamento posturale.
La postura del soma, in posizione seduta, deve essere con asse eretto privo di rotazione o flessione parziale, la distanza tra il piano della sedia e quello del tavolo deve permettere l’appoggio dell’avambraccio in modo che l’angolo con il braccio sia circa 90° e che il foglio o quaderno possa essere orientato sul piano in modo facilitante l’esecuzione, a sinistra per il destro, a destra per il sinistro; questi atteggiamenti semplificano la gestione dei movimenti dell’arto per gli spostamenti nello spazio. Le posture scorrette del soma, oltre a riflessi sulla realizzazione, determinano condizioni anomale del capo rispetto al rachide che, se protratte per anni, possono determinare disturbi muscolo-articolari e visivi.
L’impugno della matita dovrebbe essere realizzato tra primo e secondo dito, presa che gestisce il movimento, il terzo dito serve di appoggio e segue passivamente il movimento realizzato dai primi due. Ipertoni delle singole falangi o a tutta la mano creano eccessivo impegno neuro-muscolare e facilitano la difficoltà di gestione e l’affaticamento. Importante che la mano sia in asse con l’avambraccio, una sua estensione o una sua flessione facilitano la presenza di ipertoni, creando ulteriore stanchezza.
Posizione del capo dovrebbe essere in continuità rispetto all’asse corporeo, a giusta distanza dal foglio (circa 30 cm.) e non inclinato lateralmente per evitare che i due occhi lavorino con focalità diversa.
La mancanza di rispetto per le sopra citate posture rende il lavoro oneroso e difficoltoso specie nelle fasi di apprendimento della scrittura e realizzazione del disegno con riflessi negativi sul vissuto del bambino e sulle valutazioni dell’insegnante.
Le posture scorrette dell’asse corporeo, se perseveranti, determinano rinforzi anomali di gruppi muscolari, relative modifiche articolari con effetti di alterazioni del fisiologico assetto della colonna e in particolare del tratto cervicale. La postura scorretta del capo (inclinata) condiziona un diverso utilizzo della messa a fuoco delle due immagini, un maggiore sforzo dei cristallini e una difficoltà di sintesi a livello corticale.
Una valida educazione alle posture scorrette eviterebbe disturbi precoci: stanchezza, disimpegno, resa carente; disturbi a distanza (anche in età adulta) scoliosi, mialgie al collo, cefalee.
Tutti questi fattori, oltre a determinare situazioni di malessere nell’individuo anche nell’età adulta, determinano un conseguenziale aumento della spesa sanitaria.
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